SINDONICA IMAGO

Pagine di cultura e spiritualità della Sindone


C’è una Sindone a Narnia

C.S.Lewis, o “Jack” come sin da bambino volle farsi chiamare, è uno dei più noti e amati autori del XX secolo, grazie soprattutto alle sue famose “Cronache di Narnia” e alle “Lettere di Berlicche”; ma è anche molto apprezzato per le sue opere teologiche e spirituali. È noto per la sua dirompente conversione dall’ateismo al cristianesimo, magistralmente raccontata nella sua autobiografia “Sorpreso dalla gioia”.

C.S.Lewis

“Ad alcune signore di Wantage”.
È la strana dedica di “Perelandra” uno dei capolavori di C.S.Lewis, scritto nel 1942 e secondo volume della cosiddetta“trilogia cosmica”.
Ma chi sono queste “signore”?


Wantage è un paese dell’Oxfordshire che ospita la “Comunità della Santa Vergine Maria”, un convento; le “signore” sono le suore (anglicane) di questo convento.
Il motivo di questa dedica è da ricercarsi nell’amicizia epistolare nata in particolare con una delle sorelle, suor Penelope Lawson, che aveva scritto a Lewis tempo prima per elogiare il primo volume della citata trilogia, “Lontano dal pianeta silenzioso”. Da questo primo approccio scaturì una vera e propria amicizia che durò fino alla morte di Lewis nel 1963. Suor Penelope divenne una preziosa confidente sia dal punto di vista spirituale che letterario.

Suor Penelope Lawson

È una lettera del 9 ottobre 1941 che ci porta all’argomento oggetto principale di questo post.
Nella parte finale della missiva, Lewis scrive:


“Molte grazie per la foto della Sindone. Essa solleva tutta una questione sulla quale dovrò riordinare i miei pensieri uno di questi giorni”.


E un po’ di ordine nei suoi pensieri Lewis deve averlo fatto perché nella lettera successiva, datata 9 novembre, ritorna sull’argomento:


“Grazie mille per il capo di Nostro Signore dalla Sindone. Essa è cresciuta in me meravigliosamente. Non mi sbilancio sull’autenticità. Non si può mai esserne del tutto certi. Ma il suo grande valore è farci capire che Lui è stato un uomo, e anche persino un uomo morto. C’è così tanta differenza tra una dottrina e una consapevolezza”.


Sono poche parole ma quanto mai interessanti per chi si occupa di Sindone e del corretto approccio ad essa in quanto strumento di riflessione e meditazione sulla Passione di Gesù Cristo al di là della pur importante e interessante questione dell’autenticità.


Evidentemente l’argomento colpì molto Lewis il quale fece incorniciare la fotografia del volto sindonico e la appese nella sua camera da letto; lì è rimasta, fino alla sua morte: per ben 22 anni, fino al 22 novembre 1963, Lewis ha contemplato ogni giorno il volto del Cristo della Sindone.

Il volto della Sindone nella camera da letto di Lewis (non è la foto originale)

Quanto abbia influito questa immagine sulla spiritualità e sull’opera di Lewis non ci è dato saperlo ma, quasi per caso, mi sono imbattuto in questo brano tratto da “I quattro amori” del 1960, con riferimenti piuttosto eloquenti per chiunque possieda minime conoscenze di base in ambito sindonico:


“Egli (Dio) crea l’universo, già prevedendo (…) il nugolo ronzante di mosche che circonda la croce, la schiena flagellata e compressa contro il legno scabroso, i chiodi infissi nei nervi mediani, il ricorrente senso di incipiente soffocamento mentre il corpo si affloscia sempre più, il ripetuto tormento delle braccia e delle gambe ogni qualvolta egli si solleva per poter respirare”.


Chissà se sarà possibile trovare altri riferimenti così chiari nella sterminata opera letteraria di Lewis…


Presso “The Kilns”, la casa di Lewis a Oxford divenuta oltre che centro studi anche meta di un vero e proprio pellegrinaggio di appassionati, dopo una profonda ristrutturazione atta a ripristinare gli stessi ambienti -mobilio e complementi d’arredo compresi-, dei tempi di Lewis, si può tuttora ammirare l’immagine del volto sindonico nella camera da letto. Purtroppo i curatori, andata perduta l’immagine originale, hanno scelto una nuova immagine “errata” in quanto trattasi di una resa in positivo dell’immagine originale ma senza l’inversione destra-sinistra, un errore che spesso si riscontra, soprattutto nelle affrettate elaborazioni moderne fatte tramite cellulare. Ho ritenuto necessario avvisare della cosa i curatori, sperando che possano provvedere, utilizzando magari una copia della fotografia originale, piuttosto facilmente rintracciabile anche online.

Primo piano della foto “sbagliata” esposta a “The Kilns”

A chiudere, un piccolo aneddoto personale. L’immagine del volto della Sindone che Suor Penelope inviò a Lewis è tratta da un volume pubblicato nel 1936, “The Holy Shroud of Turin”, scritto da un sacerdote cattolico, Monsignor Arthur Stapylton Barnes.

L’immagine originale inviata da suor Penelope a Lewis

Sono riuscito a recuperarne una copia (una prima edizione). Nello sfogliare il testo per arrivare all’immagine di cui tanto avevo letto, rimango piuttosto perplesso nel constatare che… la fotografia non c’è. È stata ritagliata. Al suo posto una manciata di fiori, ovviamente ormai secchi, messi lì da qualche precedente proprietario (e mi pare di poter azzardare che il tenero gesto sia quasi certamente opera di una mano femminile) a ornare quell’immagine così drammatica ed evocativa.

L’immagine mancante e i fiori…

Non oso pensare che questa mia copia sia la stessa da cui Suor Penelope ha ritagliato l’immagine da spedire a Lewis (sarebbe francamente troppo…) ma certamente la coincidenza mi ha impressionato.

E, parlando di C.S.Lewis, non è la prima… È stato l’improvviso e ripetuto apparire del suo nome tempo fa, nelle più diverse circostanze, a farmi riflettere sulla possibilità che ci fosse per me un segno della sua vicinanza spirituale. Ed è per questo che, nelle mie ricerche, ho affiancato il suo nome alla Sindone, segno per eccellenza per la mia vita, per scoprire questa sua seppur piccola affinità con me e la mia passione, che poi altro non è che la passione per Cristo e questa è una affinità tra noi che davvero, piccola non è.


Ma queste sono cose che è difficile raccontare, tanto sono esse personali e legate a filo doppio all’intimità della propria vita spirituale. Chissà, forse un giorno saprò farlo… Magari con l’aiuto dall’alto del mio amico “Jack”

La copertina del prestigioso “Time Magazine” dedicata a Lewis



Una replica a “C’è una Sindone a Narnia”

  1. […] “Alcune signore di Wantage” ho scritto qui, mentre di “Alcune signore di Wantage” (altre) ora scriverò […]

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