SINDONICA IMAGO

Pagine di cultura e spiritualità della Sindone


Vive

La Sindone.
Nata per avvolgere un morto sconosciuto e morire, disfarsi, sfibrarsi con lui, in un buco nella terra, secca e arida, di una lontana e sperduta regione del mondo.
Creata solo per morire con un morto ed essere dimenticata.

E anche noi, nati al mondo, per pochi anni, per morire e decomporci e svanire, nel buio e nel silenzio di un sepolcro.
Dimenticati anche noi, nelle nostre terre sempre troppo lontane e sempre troppo sperdute. Nelle nostre solitudini, nelle nostre delusioni, nei nostri rimpianti.

Eppure…
La Sindone non è morta, non è sfibrata né disfatta né dimenticata.
La Sindone è qui. Venerata, onorata, amata. E ci dicono che anche il morto che avvolgeva non solo non si è decomposto ma addirittura vive.
Vive e dà vita.
E dà speranza alle nostre solitudini, alle nostre delusioni, ai nostri rimpianti, al nostro buio, al nostro silenzio, alle terre del nostro cuore sempre troppo lontane e al nostro sempre sentirci fragili e sperduti.

Quello sconosciuto, quel morto uscito da un buco di una terra lontana e straniera, vive e dà vita ai nostri sepolcri.
Vive, incredibilmente, anche per me. Talmente incredibile da poter essere la nostra sola e più grande speranza.



Una replica a “Vive”

  1. Bellissima riflessione. Pensare che anche noi, come Cristo, dobbiamo morire, decomporci e svanire, nel buio e nel silenzio di un sepolcro. Come Cristo, un giorno, risusciteremo anche noi e non saremo più nè sfibrati né disfatti né dimenticati. Penso adesso a chi chiede che le sue spoglie mortali vengano cremate, per non passare la corruzione del corpo. Mi assale un dubbio: forse le loro spoglie un giorno non saranno ricomposte da Dio Padre? È forse necessario che noi uomini dobbiamo passare per il disfacimento per poi essere risorti in Cristo? O forse la grande potenza e misericordia di Dio non terrà conto della miseria dell’uomo che non vuole passare per il crogiolo della morte?
    Grazie sempre per gli spunti di riflessione che offri a chi ha la fortuna (o meglio dire Grazia) di leggerti

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