SINDONICA IMAGO

Pagine di cultura e spiritualità della Sindone


Abisso di gelo

Qualche tempo fa, alla fine di una relazione sulla Sindone fatta in una scuola superiore, un ragazzo si avvicina a toccare la copia del telo che avevo mostrato e, constatandone la leggerezza, fa tra sé: “Uhm… Questa non ti scalda…”.
Forse neanche lui si è reso conto della profondità di questo apparentemente banale giudizio.

Hai ragione, ragazzo mio, è leggera la Sindone; non scalda. Anche quel pur prezioso lino è freddo, morto come colui che ha avvolto.
Le sue fibre e persino le sue fibrille, le estremità più superficiali, dove è impressa quell’immagine prodigiosa, sono senza vita e neanche usando un “defibrillatore” (potenza delle parole!) le si può far risorgere.

No, neanche la Sindone, con tutto il suo fascino, il suo mistero, il suo  “peso” spirituale, il suo essere straordinaria immagine di Cristo stesso, può riempire completamente quell’abisso di gelo che è la morte.
E questo i ragazzi lo sanno bene, perché tanti, troppi di loro vivono quel gelo già qui, da vivi.

Ma allora cos’è che può scaldare questo nostro cuore ormai freddo, stanco, svuotato, cinico e rassegnato?
Cos’è che scalda la morte?
Cosa ci riempie il cuore?
Cos’è che ci fa risorgere, qui e ora?

Le cose grandi.
Il desiderio, lo stupore, l’avventura, l’amicizia, l’amore.
Le cose grandi della vita vissute in un circuito di relazioni. Una compagnia che sappia guardarsi negli occhi e vedervi il bene, il giusto, il bello, il vero. E indicarlo agli altri per poi camminare insieme verso quella meta comune.
Una compagnia che sappia riconoscere nel mondo la presenza di Colui che è vivo in mezzo a noi, Gesù risorto, uscito dal quel telo morto e freddo per dare luce e vita e calore ai nostri cuori spenti e tristi.

E allora, ragazzo mio, cos’è che scalda la morte?
Uno sguardo di Resurrezione.

Sulle cose, sul mondo e sui nostri fratelli e sorelle: da un abisso di gelo a un abisso di Cielo.

È vero, la Sindone non scalda, caro ragazzo, ma quel tuo amico là in fondo, con la sua simpatia può farlo, quella tua amica lì accanto può farlo con la sua sensibilità; i tuoi genitori, la scuola, la comunità, la parrocchia: sono queste le “sindoni” calde che accolgono la tua fragilità, le tue ferite, le tue insicurezze, la tua bellezza, la tua unicità e le scaldano, le curano, le proteggono.

Se un telo freddo può solo avvolgere la morte, un Cielo caldo può avvolgere e proteggere la vita. E godere della bellezza di essa.
Tutto questo noi lo chiamiamo Resurrezione.
Quel Cielo caldo siamo noi in Cristo risorto e quella vita è lì che ci aspetta.
E che aspetta anche te, ragazzo mio. Proprio te.

Perché senza di te non si può fare.



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