Io lo so bene che a tante mie conferenze molte persone non vengono ad ascoltare me ma solo con l’idea (e a volte la pretesa) di veder confermata la loro opinione ed esaudito il loro desiderio che la Sindone sia autentica.
Ma io preferisco dire loro la verità: che io proprio non lo so se la Sindone sia autentica, e che in realtà nessuno lo può sapere con certezza.
Ma io so e racconto e confesso che autentica, o meglio “vera”, lo è stata, per grazia e in modo misterioso, per me.
Ma allora cosa è davvero la Sindone?
Di tutte le definizioni possibili una di quelle che ho pensato e che preferisco, è questa: la Sindone è Dio che bussa.
La Sindone è la proposta di un incontro: o ci si ferma solo a contarne i fili guardandoli dall’esterno, valutandone forma, quantità, spessore e colore, diventando così (legittimamente) grandi esperti della materia o si sceglie di andare anche oltre, aprendo le nostre porte e lasciando che quel lenzuolo avvolga completamente la nostra vita, accolga il nostro dolore e prenda sul serio le nostre domande di senso e il nostro bisogno di amore e di perdono; ci parli e ci porti a quell’incontro che cambia la vita e la rende, questa sì, autentica.
La Sindone è Dio che bussa. Qualche volta, se proprio siamo ottusi e ostinati, la Sindone è Dio che sfonda la porta. Per me, ringraziando il Cielo, è stato così.
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