SINDONICA IMAGO

Pagine di cultura e spiritualità della Sindone


Dare la vita

Di come spesso dimentichiamo la magnitudine di ciò che la Sindone rappresenti per concentrarci su cose piccole e meschine come la nostra ansia da prestazione, la nostra gratificazione e la nostra gloria.
E del perché, prima o poi, dovrò smettere di fare quello che faccio e decidermi a dare la vita per quello che faccio.
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A volte sembra che noi, appassionati di Sindone, facciamo a gara per “afferrare” la Sindone gli uni prima degli altri.
Una corsa affannosa per chi ne parla, ne scrive, ne racconta per primo.
Dietro le iniziali buone intenzioni essa diventa pian piano un trofeo per sfamare la nostra vanità e le nostre ambizioni.
Ne abbiamo studiato ogni dettaglio ma, evidentemente, non l’abbiamo guardata bene, la Sindone. Oppure ci siamo tristemente abituati, come facciamo per tutto, al suo profondissimo e drammatico racconto di dolore, sacrificio e speranza.
L’abbiamo fatta diventare un prodotto per soddisfare bisogni. I nostri bisogni prima di quelli degli altri. O di Dio.
Chi la sa vendere meglio?
Se tornassimo a leggere la Sindone con semplicità e abbandono fiducioso, vedremmo certamente risplendere la verità profonda di quell’immagine e capiremmo che “afferrare” la Sindone significa dare la vita, non prenderla agli altri. Darla tutta, lietamente e con gratitudine.
E anche questa è sì, una corsa, ma in salita. Ripida. Con pochi concorrenti.
E il trofeo, lassù, è una Croce.
A cui abbandonarsi.
Lieti e grati.



2 risposte a “Dare la vita”

  1. Quanto sono vere queste tue parole. Si posso adattare in ogni ambito ecclesiale. Ho avuto, nel recente passato, incarichi di rilievo nella mia diocesi. Ho avuto modo di stare, gomito a gomito, con laici, seminaristi, sacerdoti, monsignori, vescovi. Ho constatato che molto spesso, si viene presi più che dall’umile servizio a Dio e ai fratelli, dalla smania di potere, o di eccellere su gli altri per protagonismo, più che per testimoniare Cristo.

    Non nego che io stessa sono stata presa in questo vortice, ma Dio è più grande di noi. Lui stesso mi ha fatta cadere da quel piedistallo dove mi ero collocata. Cadendo, ho compreso che servire Cristo è amare Lui per primo, e attraverso di Lui, farsi seme, morire a se stessi e poi, forse, divenire frutto per gli altri, dono dell’amore infinito di Dio per tutti noi.

    Ti ringrazio sempre per l’occasione di riflessione che ci offri. Il Signore ti benedica. Sempre in unione di preghiera

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    1. Infatti è un post che rivolgo soprattutto a me stesso e alle mie tante fragilità, ma che spero possa essere spunto di riflessione anche per i miei colleghi, nonché amici, di studio e di divulgazione sindonica.
      Grazie per il tuo contributo.

      Piace a 1 persona

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